‘IL MAGISTRATO NON SIA GUIDATO DA OPINIONI PERSONALI FACENDO USO DEI POTERI CONFERITIGLI DALLO STATO’

    Incontrando stamane al Quirinale i magistrati ordinari in tirocinio, il Presidente della Repubblica ha tenuto a sottolineare: “Ai magistrati viene richiesta una capacità particolare e una maturità professionale, che non si concretizzano soltanto nella conoscenza, che consente di orientarsi in quello che viene chiamato il ’labirinto del diritto’, ma anche nello spirito critico e nella capacità di mettere da parte le personali convinzioni quando queste non trovino fondamento nella conoscenza dei fatti acquisiti e nelle norme dell’ordinamento. Questo principio vale per tutte le professioni, ma per quella del magistrato assume un particolare significato e valore. Naturalmente – ha aggiunto Mattarella – il magistrato non è uno strumento meccanico, chiamato ad esercitare in modo automatico la sua funzione, ma a lui si chiede di valersi della sua sensibilità e del suo sapere per tradurre nella decisione la volontà sociale espressa dalla legge. Non deve né perseguire né dar l’impressione di perseguire finalità estranee alla legge ovvero elevare a parametro opinioni personali quando fa uso di poteri conferitigli dallo Stato: si metterebbe, in tal modo, a rischio la credibilità della funzione giudiziaria che è un bene prezioso e fondamentale nella società democratica e nel disegno della nostra Costituzione”. Il Presidente ha quindi tenuto a ribadire che la toga “non è un abito di scena, ma viene indossata per manifestare il significato di ’rivestire’ il magistrato, che deve dismettere i propri panni personali ed esprimere, così, appieno la garanzia di imparzialità, la quale si realizza mediante l’esclusiva soggezione alla legge e, quindi, la piena conformità ad essa”.
    M.